About me

Salve, sono Jacopo D’Aurizio, anche noto come elianto84, jack202 o semplicemente Jack. Sono un docente di Matematica&Fisica di Scuola Superiore, ex concorrente ed ora collaboratore delle Olimpiadi della Matematica. Qui potete trovare il mio CV in forma estesa.

La mia tesi triennale, sul problema $n=a^2+kb^2$.

La mia tesi magistrale, sulla disuguaglianza di Weyl nella Teoria dei numeri analitica.

Un po’ di miei contributi su math.stackexchange.com

Qui, quando ero giovane e bello:

A seguire, i più bei complimenti che io abbia mai ricevuto:

Una piccola parte di autobiografia

La mia formazione è stata quella di un matematico “teorico”, dedito principalmente all’Analisi e alla Teoria dei Numeri, con qualche excursus in Algebra Computazionale e Ottimizzazione. Sono stato per lungo tempo incerto se optare per la carriera accademica o per l’insegnamento nelle scuole superiori, tanto da cercare di portare avanti entrambe le cose, per qualche tempo. Per svariate ragioni (tra cui l’aver scelto
un problema di ricerca terribilmente difficile e le mie insicurezze riguardo il vagare da uno stato all’altro in cerca di affermazione accademica) ho optato per la seconda: in fondo è quello che volevo fare da sempre, anche come tributo a quella grande persona (il Professor Giovanni Rossetti) che un giorno ha deciso buona parte del mio destino, facendomi partecipare alle Olimpiadi nonostante io non volessi. Da piccolo (15-16 anni) ero già abbastanza consapevole delle mie capacità, ma mi opprimeva l’idea di sfigurare al cospetto di qualcuno davvero capace, al di fuori del mio paesello. E in effetti le prime gare si sono rivelate la batosta che mi aspettavo, ma mi hanno anche valso la partecipazione a preziosi stage di formazione e acceso una peccaminosa bramosia d’affermazione, che si è consumata in numerose notti spese su cut-the-knot, wolfram e il canale IRC delle Olimpiadi. Ho studiato come un matto e mi sono messo a competere con quelli che sarebbero diventati i migliori matematici italiani della mia generazione, perché non mi bastava più essere il migliore del paesello, volevo splendere di luce autonoma, volevo mettere un freno a quell’atroce vuoto interiore causato dalla morte di mia madre. E tutto sommato qualche soddisfazione me la sono anche tolta, ma ora non intendo mettermi in vetrina, solo venire al punto che motiva il mio lavoro: permettere ad altri ragazzi e ragazze di vivere la bellezza e la grandezza della Matematica, a partire dal momento in cui una scelta può davvero stravolgere un’esistenza. Questa è anche la ragione per cui a volte posso risultare piuttosto caustico nei confronti dei miei studenti: se ce l’ho fatta io, che provengo da un posto dimenticato da Dio e dagli uomini, da una famiglia non particolarmente benestante e senza fregi culturali, in condizioni di estremo disagio psicologico, beh, credo che ce la possa fare chiunque. Non mi venite a raccontare che sono stato baciato nella culla dalla dea fortuna, perché è una balla. Sono le nottate insonni che mi hanno donato le occhiaie, la dipendenza dalla nicotina e le mie competenze. Per la necessità di avere ampi margini nell’organizzazione delle mie attività, e per il fatto che sono un libertario ante litteram, nessun lavoro aziendale mi ha mai davvero allettato. Di quello che ho studiato durante la mia formazione universitaria è assai poco ciò che riesco quotidianamente a mettere in campo, ma ho fiducia nel fatto che un giorno qualcuno mi ringrazierà per avergli mostrato quelle che possono essere le frontiere, non soltanto l’inchiostro sulle pagine del libro.